La Villa
Architettura Come Narrativa:
Una storia in ogni Dettaglio
Dal XVII Secolo ad Oggi
Gli studiosi concordano nell’attribuire la paternità della Villa all’architetto Antonio Domenico Gaspari, allievo e brillante continuatore di Baldassarre Longhena.
Considerata una delle più belle residenze tardo-seicentesche nel Veneto, e di grande impatto per l’aspetto solenne e l’imponente mole, la Villa segue il linguaggio architettonico post-palladiano, con una sensibilità barocca di stampo longheniano, vivificata e arricchita, talora, da spunti compositivi innovati, capaci di stupire lo spettatore (si pensi ad esempio alle scale elicoidali gemelle, illuminate zenitalmente da lanterne).
Il primo impianto della Villa, terminata certamente entro il 1697, non prevedeva il monumentale scalone d’ingresso, che fu aggiunto intorno agli anni ‘30 del Settecento. Per anni attribuito a Giorgio Massari, secondo ipotesi più recenti, i lavori sarebbero stati invece seguiti da Giovan Battista Scalfarotto, su supervisione e progetto dello stesso Antonio Gaspari.
Il linguaggio neoclassico caratterizza, con la sua purezza, le due fronti dell’edificio. Il corpo è a pianta rettangolare, di circa 45×20 metri.
La struttura della Villa, secondo il tradizionale modello del palazzo veneziano, è a pianta tripartita, con salone centrale passante (portego) e stanze laterali. In altezza, l’edificio si estende per circa 27 metri.
Nella parte centrale si sviluppa su due livelli, con salone a doppia altezza al piano nobile; nelle ali laterali, è invece su tre livelli.
Alla parte centrale del portego corrisponde, per larghezza e altezza, l’avancorpo ottagonale, con il monumentale colonnato corinzio e il timpano, ispirato al tempio classico.